La Storia - Antiche Memorie Produttive
La ceramica artigianale testimone di antiche radici
Gli scavi archeologici condotti nelle zone intorno alla città di Grottaglie hanno restituito frammenti di vasi e strumenti per lavorare la ceramica, cocci e suppellettili che testimoniano una storia produttiva molto antica, che parte dal Paleolitico per giungere al Medioevo. Molti di questi reperti sono attualmente custoditi presso il Museo Archeologico Nazionale di Taranto e presso il Museo della Ceramica di Grottaglie.
L’argilla di Grottaglie era ritenuta di buona qualità e veniva estratta dalle cave situate nelle campagne intorno alla città da parte di contadini esperti che usavano grossi zapponi a forma di mezzaluna detti “musu”: Con questo strumento i contadini scavavano nel terreno alcuni canali stretti e profondi, sino ad arrivare allo strato migliore di argilla. Poi lo scavo veniva allargato e le zolle di argilla estratte e caricate dentro secchi per il trasporto verso i laboratori di lavorazione. Qui l’argilla grezza veniva raffinata attraverso un processo lungo e molto faticoso, praticato manualmente da numerosi operai specializzati nei diversi passaggi.
La raffinazione dell’argilla: un lungo processo di mani e fatica
La specializzazione del lavoro prevedeva una figura precisa per ogni fase della raffinazione dell’argilla: il “palazziere” rompeva le zolle di argilla con un martello di ferro; lo “stompa creta” pestava l’impasto con i piedi per renderlo più malleabile; il “faenzaru“ si occupava di plasmare l’argilla sul tornio per dagli la forma voluta; il “caminaru” seguiva la cottura nella fornace. Tutta un’altra serie di operai e apprendisti gremivano le botteghe dentro e fuori, lungo le strade del Quartiere delle Ceramiche, a ridosso del centro storico di Grottaglie. Ancora oggi questo quartiere concentra vecchi e nuovi laboratori artigianali che funzionano come distretto produttivo.
A partire dal Cinquecento molte famiglie di ceramisti si sono tramandate questo mestiere fino ai giorni nostri. I numerosi ordini religiosi che si insediarono nella città furono i maggiori committenti di opere pregevoli come acquasantiere, che ricalcano gli schemi architettonici degli altari barocchi con putti, festoni, colonne e conchiglie e i pavimenti di mattonelle dipinte con motivi vegetali o geometrici, fino alla copertura della maestosa cupola della Chiesa Matrice con tegole in terracotta colorata chiamate “scàndole“.
Il Settecento
La produzione artigianale del Settecento è destinata ad arredare le case delle legata famiglie d’alto rango e a tale scopo genera brocche, zuppiere, albarelli per contenere erbe e rimedi officinali e ciarle, vasi decorativi con due manici e il coperchio che hanno la superficie coperta da frutti, foglie, angioletti e teste umane finemente modellati a mano e ricoperte da uno smalto bianco: i famosi “bianchi” di Grottaglie. Manufatti che oggi si configurano come autentici capolavori che coniugano armonia tecnica ed eleganza.
Ceramiche per la cucina, la tavola e la dispensa: decine di forme funzionali agli usi quotidiani
Per tutto l’Ottocento un terzo della popolazione di Grottaglie era impiegata nella produzione della ceramica tanto che essa cominciò ad assumere carattere di fabbrica e non più di laboratorio artigianale. Grottaglie diventò il maggiore centro di produzione in Terra d’Otranto di stoviglie e contenitori d’uso: piatti, tegami da fuoco e brocche, grandi giare con manici per contenere olio e vino come i “capasoni”, le “capase“ per conservare antiche preparazioni alimentari e decine di altre affascinanti e rare forme che testimoniano come l’uomo abbia saputo plasmare l’argilla secondo i suoi bisogni. Oggi questi oggetti hanno perso la loro funzione d’uso per diventare articoli di decorazione della casa, abbellimento di terrazze, giardini e luoghi di soggiorno o ristoro.
La Regia Scuola Ceramica d’Arte di Grottaglie: una scuola lunga un secolo
Alla fine dell’Ottocento il Ministero Italiano dell’Agricoltura Industria e Commercio istituì a Grottaglie la Regia Scuola d’Arte allo scopo di formare gli artigiani per migliorare le procedure tecniche con l’acquisto di attrezzature per purificare le argille, i torni meccanici per la modellazione degli oggetti, i fornelli per la cottura dei minerali e nuovi forni per la cottura a temperatura controllata. Ma il ceramista grottagliese, abituato a lavorare duramente tutto il giorno e dotato di uno scarso livello d’istruzione, trovava serie difficoltà a seguire gli insegnamenti della scuola e di conseguenza a staccarsi dai vecchi sistemi di produzione.
Nonostante queste difficoltà e alle due guerre che si sono succedute la scuola ottenne riconoscimenti nazionali molto prestigiosi e contribuì a sprovincializzare l’artigianato locale. Questa antica istituzione vive ancora oggi nelle vesti del Liceo Artistico ”Vincenzo Calò per tramandare gli stessi intenti alle nuove generazioni e preservare la memoria storica locale.
Manifattura Calò: le macchine aiutano la produzione artigianale
Nel 1910 il medico Vincenzo Calò, nativo di Grottaglie, fondò all’interno della sua villa la fabbrica di ceramica artistica e commerciale che porta il nome di “Manifattura Calò“, interessante esperimento di passaggio dalla lavorazione totalmente artigianale delle ceramiche ad un’organizzazione produttiva che ricorre alle macchine per migliorare e aumentare la produzione. Nel 1914 la manifattura viene ampliata fino a diventare una vera e propria industria che coinvolge oltre cinquanta operai ed opera in stretto contatto con la Scuola d’Arte Ceramica.
Alla fine degli anni Venti la produzione della fabbrica raggiunge i mercati esteri, soprattutto statunitensi, coinvolse grandi artisti italiani nella produzione della ceramica e vinse numerosi concorsi nazionali. Oggi le ceramiche artistiche col marchio di Fabbrica Calò sono riconosciute come autentiche opere d’arte degne delle case d’asta più prestigiose del mondo.
La Mostra della Ceramica: oltre 50 anni di Arte e Artigianato
Dal 1971 la ceramica artigianale ed artistica di Grottaglie viene promossa dall’annuale Mostra della Ceramica cui partecipano artisti provenienti da tutto il mondo. Ogni nuova edizione cambia il tema d’ispirazione che può avere carattere sociale o materico, ma gli artisti che vi prendono parte devono usare unicamente l’argilla come materiale espressivo principale. Culture diverse, sperimentazioni tecniche e messaggi di diverse sensibilità artistiche trovano pieno compimento in questo imperdibile appuntamento.